Egregio P-T.com,
sono un giovane terapista molto interessato ai TP e al loro trattamento, e a tal riguardo volevo porLe due domande:
1) il muscolo interessato da un TP attivo (o la porzione di muscolo interessata dal TP) è un muscolo debole, forte, lungo, corto, o magari più caratteri fra questi contemporaneamente?
2) ho letto che nella seconda edizione di "Myofascial Pain and Dysfunction: The Trigger Point Manual", di Travell e Simons, gli autori sconsigliano di utilizzare la compressione ischemica, ne conosce il motivo? Lei è d'accordo, e se si, quale tecnica consiglia di utilizzare?
Grazie.
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Salve benvenuto,
1) ogni muscolo puo' essere interessato da Punti Trigger. In genere le cause sono svariate e possono includere uso eccessivo, trauma, rapporto sbilanciato agonisti-antagonisti (p.es. potenziare solo gruppi agonisti e non i relativi anagonisti), mancanza di allenamento, oerazioni chirurgiche, condizioni dolorose preesistenti, stati tossici, carenze nutritive (vitamine, minerali), e altri Punti Trigger.
2) la compressione ischemica e' una possibile tecnica, ma siccome richiede una compressione statica del Punto Trigger in direzione perpendicolare alla pelle, e' anche molto dispendiosa e puo' danneggiare le articolazioni del terapista. E' meglio il massaggio fatto a piccole compressioni cicliche in direzione piu' longitudinale ovvero piu' parallela alle fibre.
La ringrazio per la risposta, a proposito del secondo punto Le volevo chiedere che tipo di tecnica consiglia di utilizzare nel caso di zone dove la pelle è particolarmente sensibile?
Un esempio di zona particolarmente sensibile e' l'ascella, come quando si massaggia il Subscapolare che e' uno dei maggiori responsabili della "spalla congelata".
In questi casi e' d'obbligo avere le unghie extra corte, usare un buon olio p.es. di mandorla, possibilmente con aggiunta qualche goccia di limone per ottimizzare il pH, procedere con estrema lentezza, e limitare la durata del massaggio a non piu' di 10-12 passaggi per punto.