Prendiamo una pausa dal lungo elenco di muscoli e condizioni dolorose associate, facciamo qualche considerazione generale sui Punti Trigger.
Il problema di fondo e' il dolore, possibilmente accompagnato da disfunzioni di natura motoria o cinestetica.
L'esperienza secolare di massoterapisti si e' sempre tramandata conoscenze specifice su come determinati "noduli" o "bozzi" nei muscoli fossero causa di dolori anche debilitanti e anche a distanza notevole e non ovvia dal luogo del nodulo muscolare.
Tuttavia tali conoscenze erano da un lato frammentarie e dall'altro ristrette ad una cerchia di apprendisti che imparavano l'arte da vecchi massaggiatori. Oppure, o in aggiunta, si verificavano le scoperte individuali di massaggiatori professionisti, spesso privi di qualsiasi educazione accademica, che a forza di sfregare parti corporee scoprivano che toccando "qui" passava il dolore "li".
Dall'altro capo del pianeta, sussisteva la maestosa tradizione medica primordiale Cinese, che come sottoinsieme degli agopunti contemplava i Punti Trigger come punti dolorosi. Ma su basi teoriche ben diverse da quelle occidentali (o meglio, semplicemente su basi teoriche, mentre gli occidentali procedevano a tastoni), e presupponendo lunghi studi il cui scopo andava ben oltre la semplice, immediata problematica dell'eliminazione del dolore fisico.
Subentra Janet Travell.
Da cardiologa, Travell si accorse che la lamentela numero uno dei pazienti era il dolore. Approfondendo il soggetto, venne alla conclusione che la stragrande maggioranza delle sindromi dolorose aveva una forte componente miofasciale, quando non fosse totalmente di natura miofasciale.
Da allora, J. Travell dedico' la sua intera carriera allo studio metodico e catalogazione dei Punti Trigger muscolari.
La sua opera, Travell & Simons' Myofascial Pain and Dysfunction: The Trigger Point Manual: Two Volume Set: Second Edition/Volume 1 and First Edition/Volume 2 e' la"bibbia" dei Punti Trigger. Da un punto di vista pratico, c'e' ben poco da aggiungere a questo testo.
Tuttavia, per chi voglia semplicemente impratichirsi del massaggio Punti Trigger, i due volumi di Travell sono decisamente troppo. Si tratta infatti di un testo medico specialistico di natura enciclopedica.
Chi invece ha fatto moltissimo per popolarizzare la terapia manuale dei Punti Trigger, e' stato il compianto Clair Davies (http://www.triggerpointbook.com/, http://www.legacy.com/obituaries/kentucky/obituary.aspx?page=lifestory&p...), scomparso alla fine del 2006. Il suo manuale, The Trigger Point Therapy Workbook: Your Self-Treatment Guide for Pain Relief, e' la migliore introduzione alla disciplina del massaggio Punti Trigger.
Purtroppo, il testo non e' ancora stato tradotto in italiano. Cio' e' un peccato, in quanto il testo di Davies va dritto allo scopo ed e' interessante anche dal punto di vista umano, in quanto l'autore descrive la propria scoperta dei Punti Trigger a seguito di una seria condizione di "spalla congelata" che lo aveva debilitato per lungo tempo. A seguito della scoperta, da tecnico riparatore di pianoforti che era, Davies si dedico' a tempo pieno allo studio e alla pratica della terapia Punti Trigger, e in questa attivita' in seguito coinvolse anche la figlia, che ora conduce seminari negli USA.
Pertanto, per chi mastica l'inglese il testo di Davies e' calorosamente raccomandato. Per i piu', e' l'unico testo che serve.
Se non si legge l'inglese, un altro ottimo testo, questa volta tradotto in italiano, e' quello di Donna Finando: La terapia dei trigger point per il trattamento del dolore muscolare (L'altra medicina)
Una volta in possesso di un buon manuale e delle nozioni fondamentali, i grosso del lavoro consiste nella pratica manuale. Non e' facile ingranare in questo senso, perche' si tratta per moltissime persone di un concetto estraneo alla cultura in cui ci troviamo. Prendere l'abitudine di esplorare manualmente e massaggiare il corpo dolente richiedera' molto tempo e dedizione.
E' questo indubbiamente il piu' grande ostacolo nel successo della terapia, il senso di stare a "perdere tempo" o di avere bisogno di un terapista che lo faccia per noi. In realta' certo, il terapista esperto lo fara' molto meglio, ma per disattivare un Punto Trigger iperirritato ci vogliono settimane di lavoro quotidiano, per cui per avere completo successo occorrera' supplire alla sessione professionale con il proprio lavoro di automassaggio.
L'aspetto positivo dello sforzo personale e' che una volta che si coglie il senso del tipo di massaggio lavorando su uno specifico muscolo, poi diviene piu' facile trattare altri muscoli anche se non si conosce in dettaglio l'anatomia specifica. Un po'come risulta piu' facile imparare una terza lingua una volta che se ne sia imparata una seconda.
Quindi in sintesi, la terapia Punti Trigger si concretizza nella pratica manuale. Si possono avere tutte le nozioni teoriche che si vuole, ma a meno di lunga pratica, su di se o su altri, non si sara' in grado di trattare i Punti Trigger con successo. Questo e' il motivo per cui questa disciplina non ha la diffusione che merita. Tale problema e' composto dal fatto che a differenza del massaggio generico, il massaggio Punti Trigger richiede comunqe nozioni teoriche ("studiarsi il libro") per cui abbiamo una dicotomia: da un lato il medico o fisioterapista dotati di notevole cultura accademica, ma a cui manca la pratica manuale; dall'altro il massaggiatore dal tocco d'oro che pero' non ha le conoscenze teoriche o addirittura l'attitudine a reperirle.
Inoltre, detta di passata, il massaggio Punti Trigger e' faticoso, fisicamente e mentalmente. E' difficile immaginare il medico che abbia voglia di farsi certe sudate.
Da quanto sopra si capisce perche' sia non facile trovare terapisti competenti: occorre tanta pratica manuale, studio teorico, e sudore... piu' facile prescrivere pasticche.
Eppure, si tratta di un campo dalle notevoli potenzialita'. Si tratta di tecniche manuali che funzionano per davvero.
Per chi volesse costruire una carriera, e non si lasciasse spaventare dal fatto che i Punti Trigger non si imparano da un giorno all'altro, allora ci sarebbe sicuramente un avvenire promettente. Chi vuole diventare professionista puo' allora decidere di fare un investimento nella "bibbia" dei Punti Trigger, il testo di Janet Travell, e leggerlo e rileggerlo nel corso dei lunghi anni di terapie e massaggi e dimostrazioni di gratitudine di persone che hanno trovato grazie alla terapia, sollievo da dolori e da tossici farmaci.
Commenti
dolore al ginocchio
io ho un dolore forte dietro il ginocchio sinistro verso l'esterno , mi sembra il tendine e il dolore si irradia sull'alto del polpaccio ,faccio fatica a camminare e a piegare il ginocchio ,si è anche gonfiato un po', se poi tocco la parte interessata il dolore è intenso. ho provato a massaggiare e stò facendo stretching ma fa fatica a passare , il fisio mi ha detto che la zona è molto contratta . è iniziato dopo aver fatto molte scale con dei pesi in spalla, cosa potrebbe essere e cosa fare per guarire . grazie mille ,attendo con fiducia qualche consiglio
ivandusi
Se il dolore si estende un
Se il dolore si estende un poco al di sopra della piega del ginocchio, allora puo' trattarsi del Bicipite Femorale. Se invece si estende al polpaccio, si puo' trattare dei Gemelli del polpaccio (Gastrocnemio).
Lo stretching non e' indicato durante la fase acuta, meglio solo il massaggio profondo e rimandare lo stretching a dopo.
Il Bicipite Femorale si puo' massaggiare sedendosi su una palla da tennis con la coscia, il Gastrocnemio si puo' massaggiare agevolmente con le mani e anche accavallando le gambe e premedo il polpaccio contro il ginocchio opposto.
Cordiali saluti e Buon Anno