I Punti Trigger del Gran Pettorale possono causare diagnosi erronee estremamente preoccupanti specialmente quando essi simulano problemi cardiaci anche gravi.
Inoltre, vi sono effetti somatoviscerali che consistono nel riflesso somatico-muscolare di sindromi viscerali. In tali casi, i Punti Trigger del Gran Pettorale possono non escludere, coesistere o essere conseguenza di sindromi cardiache.
Occorre quindi sempre escludere a priori patologie che danno simili sintomi, in particolare Angina Pectoris.
Più in generale, i sintomi comuni alla sindrome del Gran Pettorale possono ricondurre a una serie di condizioni svariate, di cui esempi sono:
- Angina Pectoris
- Strappo del muscolo
- Tendinite del Bicipite
- Tendinite del Sopraspinato
- Borsite Subacromiale
- Epicondilite Mediale
- Epicondilite Laterale
- Radicolopatie di C5, C6, C7, C8
- Neurite Intercostale
- Bronchite, Pleurite o Esofagite
- Ernia iatale
- Enfisema
- Cancro al Polmone
- Insufficienza Coronarica
- Costocondrite o Sindrome di Tietze
- Cancro al seno
Va anche notato che J.Travell dimostrò che dolore di origine non cardiaca può comunque alterare le onde T dell'elettrocardiogramma rendendo così ancora più facile emettere diagnosi erronee.
Inoltre l'infarto del Miocardio può essere causa stessa di Punti Trigger del Gran Pettorale, e in tali casi il dolore al petto rimarrà anche molto tempo dopo l'attacco cardiaco con conseguente stress psicologico del paziente, ma solo una Terapia di Punti Trigger opportuna potrà rimuovere lo strascico doloroso.
La sezione clavicolare del gran Pettorale poi se afflitta da Punti Trigger tirerà verso il basso la clavicola, e questa a sua volta stresserà lo Sternocleidomastoideo che a in turno svilupperà Punti Trigger con conseguenti sintomi di carattere autonomico.
Alla fine, fare una diagnosi accurata non sarà cosa facile. È molto importante quindi esplorare sempre la possibilità di sindromi miofasciali parallelamente alle altre svariate diagnosi che sintomi così eterogenei possono originare.