Fondamenti di Tecnica Manuale I

La terapia dei Punti Trigger richiede essenzialmente un fattore meccanico che interrompa il circolo vizioso autogeno che determinala crisi energetica e allo stesso tempo e' causato dalla crisi energetica stessa dovuta alla contrazione a livello dei sarcomeri muscolari.

Mentre in ambiente medico si usano aghi per cercare di perforare i PT, a noi tale tecnica appare ingiustificatamente cruenta e rischiosa, anche se operata da medico esperto. Infatti e' spesso necessario sondare, cioe' punzecchiare, ripetutamente l'area coinvolta, ed e' facile immaginare quali danni si possano fare al paziente qualora il medico operante si imbatta in un nervo, una ghiandola o un vaso sanguigno.

Per quanto ci riguarda, le tecniche razionali da usare sono essenzialmente due: tecniche manuali specifiche di massaggio profondo locale, e stretching.

In quest'articolo e nei seguenti ci proponiamo di illustrare i fondamenti e gli "strumenti" essenziali delle tecniche di massaggio manuale dei PT, rimandando ad altri articoli le tematiche complesse collegate allo stretching dei PT.

In primo luogo, occorre adottare un approccio metodico alla individuazione ed localizzazione esatta dei PT. Le tecniche a tale scopo si basano sul fatto che un PT e' localizzato all'interno di uno fascio teso di tessuto muscolare. Il primo passo per la individuazione del PT consistera' allora nella palpazione del muscolo ai fini di individare il fascio teso ovvero il gruppo di fibre muscolari che a causa della ipertensione causata dalla contrattura del PT avra' assunto la consistenza di una corda tesa.

Le tecniche di palpazione del fascio teso sono tre:

  1. Palpazione a mano piatta: le dita della mano si fanno passare avanti e indietro in direzione ortogonale alle fibre muscolari spingendo queste contro l'osso sottostante, fino ad individuare il fascio teso.
  2. Palpazione a tenaglia: il muscolo viene afferrato fra il pollice e le altre dita e rotolato fra le dita che assumono quindi una forma a tenaglia.
  3. Palpazione a scatto: il fascio teso e' premuto lateralmente da una o piu' dita dopodiche' si rilascia tale pressione di scatto come se si suonasse una corda di chitarra. La reazione tipica in questo caso e' una contrazione involontaria delle fibre muscolari che e' tipica del muscolo affetto da PT.

Le prime due tecniche di cui sopra sono i metodi essenzialmente usati per individuare i fasci tesi. Il metodo a mano piatta e' indicato per muscoli profondi e aderenti alle ossa, mentre il metodo a tenaglia e' ottimo per muscoli piu' superficiali ed elastici quali lo sternocleidomastoideo e il trapezio. Il terzo metodo si usa per avere la conferma di avere individuato il fascio del PT in quanto la reazione di contrazione involontaria e' una prova della presenza del PT stesso.

Una volta individuata il fascio teso, si procedera' alla localizzazione dei PT stessi. Come regola generale, i PT principali sono tipicamente localizzati nella parte centrale delle fibre muscolari. Detto questo occorre comunque fare delle precisazioni.

Innanzitutto, la parte centrale delle fibre muscolari corrisponde con la parte centrale del muscolo solo nei casi di muscoli le cui fibre corrono parallele da un capo all'altro del muscolo, p.es. il bicipite. Ma vi sono molti altri casi di muscoli con struttura piu' complessa, dove le fibre possono assumere orientamento bipenne o unipennato (cioe' sono diagonali) oppure dove le fibre si alternano ad aree tendinee (si pensi agli addominali). In tal casi piu' complessi i PT principali compaioni si verso il centro delle fibre muscolari, ma siccome queste non corrono piu' parallele lungo tutta la lunghezza del muscolo, in pratica occorrera' esplorare tutto il muscolo senza aspettarsi di trovare i PT principali nella parte centrale di questo.

In secondo luogo, se e' vero che i PT principali compaiono nella parte centrale delle fibre, vi sono pero' spesso PT altrettanto importanti che sorgono in prossimita' delle interfaccie muscolotendinea e tendineoossea e che vanno comunque trattati.

Come regola generale quindi, si cerchino dapprima i PT principali verso il centro delle fibre muscolari (che non corrisponde necessariamente col centro del muscolo), ma poi si cerchino anche PT verso le estremita' muscolotendinee e all'inserzione con l'osso.

Per finire la fase di identificazione, occorrera' solo identificare il PT, che avra' la consistenza di un piccolo nodulo di dimensioni variabili da quelle di una nocciolina a quelle di una testa di spillo. Ma non ci si faccia ingannare dalle piccole dimensioni: i PT causano dolore e disfunzioni motorie e autonomiche molto piu' imponenti della piccola statura di questi diavoletti dei nostri muscoli!

In sommario, abbiamo in questo articolo presentato l'approccio metodico per la individuazione e localizzazione accurata dei PT. Nel prossimo articolo di Pratica passeremo in rassegna gli "attrezzi" della nostra arte.

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